HUAWEI e Rudy Zerbi portano StorySign nelle scuole italiane

Huawei annuncia oggi che il progetto StorySign farà tappa in sei scuole italiane, dove i bambini sordi pongono le basi ogni giorno del loro futuro insieme ai coetanei udenti. StorySign, l’app che utilizza la potenza dell’Intelligenza Artificiale di Huawei per creare un’autentica esperienza di lettura traducendo i più famosi libri per bambini in Lingua dei Segni, sarà protagonista insieme a Rudy Zerbi di una serie di incontri in alcune classi italiane, volti a sensibilizzare ancora di più sul tema della sordità infantile.

Docenti, studenti e le loro famiglie avranno la possibilità di provare in prima persona l’app presentata da due ospiti d’eccezione: Rudy Zerbi, volto ufficiale del progetto e Pietro Celo, docente di Lingua dei Segni dell’Università di Bologna. Zerbi e Celo saranno presenti tappa dopo tappa per raccontare il progetto StorySign, e come questo rappresenti un aiuto concreto per i bambini sordi segnanti che si avvicinano al mondo della lettura. Presentare StorySign in classi inclusive, dove bambini udenti e non udenti trascorrono le loro giornate fianco a fianco, completa il percorso formativo offerto dalla scuola e permette alle famiglie di incontrarsi e condividere un momento come quello della lettura, che è e deve essere speciale per tutti.

Nata dall’impegno di Huawei e sviluppata con l’aiuto di diversi esperti di importanti associazioni a supporto della comunità sorda, l’app StorySign è stata lanciata lo scorso dicembre e conta ad oggi una libreria di 5 titoli: Questo (non) è un leone, Che sorpresa, Spotty!, Il tuo amico Spotty, Tre piccoli coniglietti e Buon Compleanno!. L’app è disponibile gratuitamente su Huawei AppGallery, Google Play Sore e Apple App Store.

“L’idea di portare StorySign nelle scuole rappresenta un altro, importante tassello nell’aiutare i bambini non udenti a godersi il momento della lettura. In Huawei crediamo fortemente nel potere della tecnologia nell’arricchire e migliorare la qualità della vita quotidiana delle persone. Incontrare realtà come le classi scolastiche, che rappresentano uno dei primi contatti che i bambini hanno con il mondo esterno, è cruciale per aiutarli nelle sfide che affrontano ogni giorno.” Afferma Isabella Lazzini, Retail & Marketing Director di Huawei CBG Italia.

“Per il bambino non udente leggere è fatica, è decodifica, è sforzo continuo. Per questo StorySign rappresenta uno strumento di reale arricchimento cognitivo, che, introdotto nel processo di apprendimento, risulta davvero utile nel superamento delle barriere comunicative e permette al bambino di vivere un’esperienza in piena autonomia, per tuffarsi facilmente in mondi raggiungibili solo dalla fantasia.” Aggiunge Pietro Celo, docente di Linguaggio dei Segni dell’Università di Bologna.

“Questo progetto mi ha conquistato sin da subito perché integra la tecnologia nel processo di apprendimento della lettura dei bambini non udenti. E’ meraviglioso vedere questi bambini utilizzare l’app, giocare con l’avatar Star e rimanerne incantati. Mi commuove ogni volta.”, ha commentato Rudy Zerbi.

HUAWEI StorySign sarà presentata nelle scuole di Salerno, Roma, Livorno, Milano, Torino e Palermo, e più di cento i ragazzi che, a partire dal 13 novembre, saranno coinvolti nella progetto e dei benefici che può generare nell’approccio alla lettura, insieme al loro corpo docenti.

Tanti i riconoscimenti che l’app StorySign ha ricevuto dal pubblico, che includono ben 7 Leoni di Cannes e la recentissima nomination al Children’s BAFTAs (The British Academy Children’s Awards), la prestigiosa associazione che premia annualmente le migliori attivazioni per i bambini, dai programmi televisivi alle opere cinematografiche e interattive.

Tutte le storie dei libri presenti nella libreria di StorySign sono raccontate da Star, il simpatico avatar animato, sviluppato in partnership con lo studio leader nel settore Aardam Animation e il supporto degli esperti della comunità non udente. Star è in grado di tradurre in tempo reale le storie per bambini in lingua dei segni, creando un’esperienza che permette ai bambini sordi di favorire la comunicazione con le proprie famiglie.

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