I contenuti a sfondo sessuale sono sicuramente tra i più numerosi presenti in rete, ma in generale anche in tutte le forme di comunicazione digitale. In questo senso, un fenomeno che ha visto una crescita notevole negli ultimi anni è quello del sexting, con la conseguenza di porre a rischio una mole notevole di dati per loro natura particolarmente sensibili.
Il sexting, crasi di sex texting, è lo scambio di contenuti (foto, audio, video) sessualmente espliciti tramite app, social media, e-mail o servizi di messaggistica istantanea. Secondo una recente ricerca di Skuola.net per la Polizia di Stato che ha coinvolto ragazzi dai 13 ai 18 anni, il 24% degli intervistati ha scambiato almeno una volta immagini intime con il partner. Tra questi, il 15% ha subito la condivisione con terzi, senza consenso, di questo materiale, spesso per “scherzo” (49%), a dimostrazione di quanto possano essere sottovalutate le reali conseguenze di tale diffusione.
Una maggiore consapevolezza caratterizza la successiva fascia di età, dove come riportato da uno studio della University of Arizona condotto in 7 differenti atenei, le motivazioni per cui si usufruisce del sexting, che quasi unicamente ha come destinatario il proprio partner, sono sostanzialmente due: la prima (data dal 73% delle donne e dal 67% degli uomini) inviare proprio foto di nudo aiuta ad accrescere la sicurezza in sé stessi, la seconda invece risiede nella pressione esterna (40% del totale), ovvero il desiderio di far piacere al partner che richiede di ricevere uno scatto osé, nell’intento di impedire che possa perdere interesse o lo rivolga verso altri soggetti.
Pur non disponendo di dati specifici, si stima che il trend del sexting abbia subito un forte incremento in tempi di lockdown, considerando che le app di incontri hanno conosciuto un’esplosione durante la quarantena. Secondo i dati divulgati da SensorTower, a febbraio in Italia Tinder è stato scaricato 229.000 volte, con un incremento anno su anno del 46%. A marzo il flusso di utenza è aumentato esponenzialmente ed il giorno 29, con oltre 3 miliardi di contatti, la popolare app ha registrato il suo record storico. E non è l’unica, OkCupid ha chiuso il mese di aprile con un più 473% di incontri virtuali. Spesso accade che proprio le chat di incontri siano il luogo che in cui si origina il sexting, ora in maniera ancora più diretta visto che alcune di queste app sono state aggiornate con sistemi di videochat, messaggistica vocale e fotografica. Tutto ciò ha esposto molte persone ad un rischio maggiore
La diffusione di tali contenuti può comportare rischi spesso sconosciuti dagli utenti, che sfociano nell’illegalità. Il sexting in quanto tale non è reato, ma lo diventa ovviamente quando coinvolge minori e/o la condivisione avviene senza il consenso del diretto interessato.
La legislazione però presenta ancora parecchie lacune nella tutela online delle persone, infatti in casi poco chiari non è stato riconosciuto come un reato. Il vero problema del sexting, specialmente quello senza consenso, sono le conseguenze per la privacy e l’identità (online e offline) della persona coinvolta, soprattutto se minorenne.
Nei casi peggiori, la diffusione di contenuti sessuali online può esporre a rischi come la violenza privata, il sextortion (sexual+ estortion), cyberbullismo e revenge porn.
È dunque possibile mettersi a riparo da questi pericoli e fare sexting in modo completamente sicuro, senza divenire vittima di violenze psicologiche e ricatti?
Purtroppo, la risposta è no. Nel momento in cui una foto o un video lascia il proprio telefono e raggiunge quello di un altro utente, si è perso il controllo su quel contenuto. Alcune app come Snapchat offrono funzionalità che limitano la condivisione non autorizzata, ma non la impediscono. Le app più sicure come Rumuki (per iPhone) o Confide, che limitano anche la possibilità di fare screenshot, utilizzano varie combinazioni di messaggi a scomparsa, crittografia end-to-end e altre tecnologie per la privacy. Tuttavia, anche in questi casi, un utente realmente malintenzionato troverà comunque un modo per salvare il contenuto della schermata, o semplicemente lo registrerà con un altro dispositivo.
Panda Security ha elaborato alcuni consigli per ridurre la minimo i rischi collegati al sexting:
- Utilizzare app sicure come quelle citate (Snapchat, Confide ecc.)
- Fare sexting con persone di cui si ha fiducia. Al minimo indizio di inaffidabilità o disonestà dell’altra persona, il consiglio è quello di fare un passo indietro e valutare bene la situazione prima di condividere foto o video compromettenti.
- Installare un buon antivirus per proteggersi da spyware e altri malware che potrebbero rubare i video e le foto più esplicite, inviandole a un cybercriminale.
- Eliminare i contenuti a sfondo sessuale propri e di altre persone per evitarne la diffusione involontaria in caso di furto o smarrimento del dispositivo.
- Se si è vittima di bullismo, sextortion o revenge porn non bisogna vergognarsi: contattare le autorità o parlare con amici e familiari, soprattutto se si è minorenni è la primissima contromisura da attuare.
Buona navigazione con i consigli di Panda!