A causa dei tanti dati personali che ospitano, non c’è da stupirsi che i telefoni siano oggi uno dei principali veicoli di truffa. Il phishing, infatti, non avviene più solo attraverso e-mail, ma anche attraverso i cellulari. Crescono di giorno in giorno le truffe telefoniche di chi finge di essere una banca, una società di servizi, un’agenzia governativa, o un’altra organizzazione affidabile che cerca di ingannare i consumatori, cercando di carpire le loro informazioni personali.
Messaggi. Tra le truffe più comuni registrate negli ultimi anni, stanno aumentando i messaggi automatici, via sms o anche via WhatsApp – di chi sostiene che c’è un’attività sospetta su un conto o che c’è un problema con un dato pagamento. A volte, rispondere a questi messaggi può portare il mittente a cercare di installare malware dannosi sul telefono della vittima. Se si riceve un messaggio di testo sospetto, quindi, è essenziale verificare il numero di telefono con l’azienda che sostiene di aver mandato il messaggio in caso di plausibilità, o cancellare il messaggio senza dare seguito alla cosa nel caso in cui sia chiara la natura della truffa.
App ingannevoli. Crescono anche le segnalazioni di sviluppatori di app di terze parti che ingannano i consumatori e li inducono a scaricare la propria app simulando affiliazione a un marchio o a un’app nota, mentre in realtà operano in modo indipendente. Quando gli utenti scaricano queste app spesso stanno inconsapevolmente accettando un abbonamento a pagamento o stanno alternativamente installando un malware progettato per estrarre informazioni sensibili dal proprio telefono. Prima di scaricare qualsiasi app, quindi, è necessario verificare chi sia lo sviluppatore e cercare conferma di affiliazione al marchio che dice di rappresentare. Se non si è sicuri di un’app, verificarne le recensioni su una piattaforma aperta come Trustpilot può aiutare a conoscere le esperienze degli altri consumatori a riguardo.
Robocall. Si parla di robocall quando, rispondendo al telefono, si viene accolti da un messaggio registrato, invece che da una persona in carne ed ossa. L’obiettivo di queste chiamate, spesso, è quello di far rispondere il consumatore con un “sì” a domande anche banali, per registrare la sua voce e poi usarla per autorizzare addebiti a nome dello stesso. In questi casi, se non si conosce il numero del chiamante e si viene accolti da una voce registrata, il miglior consiglio è quello di riattaccare. Per prevenire queste truffe, ci sono applicazioni affidabili come NoMoRobo e RoboKiller che filtrano le chiamate di spam. Anche se ormai, fortunatamente, sempre più fornitori di servizi telefonici offrono anche quello di filtraggio dello spam – gratuito o a pagamento – per ogni numero di telefono.
Squilli. Un’altra truffa telefonica comune è la “truffa dello squillo” in cui i chiamanti riagganciano dopo un solo squillo, spesso a tarda notte. Chiamano da un prefisso straniero e di solito più volte al giorno. Il loro obiettivo è quello che l’utente li richiami, così da intascare i costi di una telefonata all’estero, di per sé molto cari sin dallo scatto alla risposta.
Truffe umane e come difendersi. Non tutte le truffe telefoniche sono automatizzate, tuttavia. A volte c’è un essere umano in carne e ossa all’altro capo, che cerca di spacciarsi per qualcuno di affidabile per ottenere informazioni personali. Cosa fare, dunque, quando si riceve una chiamata inattesa da un numero sconosciuto?
- Secondo Trustpilot, in generale, è importante non rilasciare mai informazioni personali o finanziarie a qualcuno per telefono a meno che non si possa verificare che questa persona sia un rappresentante legittimo dell’azienda che dice di rappresentare. Come regola generale, non dovrebbero mai essere chiesti dati sensibili o finanziari al telefono, quindi è meglio diffidare di chiunque faccia pressione per ricevere queste informazioni.
- Allo stesso modo, chiunque dica di telefonare da un’istituzione finanziaria o da un servizio che richiede un pagamento in denaro dovrebbe essere accolto con una buona dose di scetticismo. Se comunque si ritiene che la chiamata sia legittima, meglio mettersi in contatto con la propria banca o l’istituzione relativa attraverso un canale formale (numero di telefono aziendale, sito web o punto vendita) prima di inviare denaro.
- Se si riceve una chiamata da un’organizzazione o società che si ritiene possa essere legittima, come un ente di beneficenza o la propria banca, bisogna partire dall’identificare l’identità del chiamante. Domandare “Chi sta chiamando e perché?” può sembrare banale, ma chiedere a qualcuno una verifica della sua identità, l’affiliazione alla società per cui telefona e la sua posizione è sufficiente a spaventare alcuni truffatori. Permette, inoltre, anche di ottenere informazioni aggiuntive per fare un controllo incrociato con una fonte affidabile.
- Le informazioni che il chiamante sta cercando possono essere condivise attraverso un sito web aziendale sicuro? In caso contrario, chi chiama deve spiegare in dettaglio perché è fondamentale che le informazioni siano condivise per telefono. Se sembra sospetto, meglio riattaccare.
- Chi telefona può richiamare più tardi o fornire un numero di telefono al quale richiamare? Se il chiamante è insistente o aggressivo, questo è un segnale d’allarme. Un telemarketer legittimo o un rappresentante di un’azienda dovrebbe essere disposto a richiamare in un momento successivo e dare il tempo di indagare sul motivo della chiamata.
- Quali informazioni di verifica può fornire chi chiama? Per esempio, se si riceve una chiamata da una società di servizi, può essere utile chiedere di confermare l’importo del proprio estratto conto più recente o una data di pagamento specifica. Con una banca, si può chiedere di confermare l’ultimo posto in cui è stata utilizzata la carta di credito.
In generale, se qualcuno sta facendo pressione per richiedere un pagamento o la condivisione di informazioni al telefono, meglio terminare la chiamata e mettersi in contatto direttamente con quell’agenzia o azienda attraverso un numero di telefono disponibile al pubblico. La prudenza, in questi casi, non è mai troppa!