È passato un anno dalla prima volta che la parola lockdown è entrata nelle nostre vite, così come Covid19, mascherine, distanziamento sociale e Dpcm. Tutto il mondo si è ritrovato a dover fare i conti con lo stesso problema e di conseguenza a ricercare soluzioni per affrontarlo. Tra i tanti effetti e le tante risposte delineatesi in questo scenario la tecnologia ha giocato un ruolo chiave, consentendo ad interi settori, seppur in parte, di continuare la propria normalità, come il semplice lavorare (da remoto).
Al contempo, come tutte le trasformazioni, anche questa ha portato con tanti pro, tanti contro, ma soprattutto nuovi modi di vivere la quotidianità e nuove abitudini, questa volta tutte digitali. Secondo il 76% degli utenti intervistati da Wiko, brand di telefonia franco-cinese, nell’ultimo sondaggio condotto all’interno della sua Instagram community, la corsa alla digitalizzazione del nostro Paese è stata un bene. Solo per il 24% dei rispondenti è da ritenersi un progresso troppo veloce. E i primi a beneficiarne sono stati gli utenti più senior, che grazie a questa spinta, in parte obbligata, sono diventati più “smart” (76%) e di conseguenza si sono sentiti meno soli.
Certo, il tempo passato online, rispetto a un anno fa, è aumentato (87%): i social sono diventati i protagonisti della nostra attenzione e le varie piattaforme di streaming un modo per intrattenersi (58%). Anche la ricerca di informazioni e notizie per lavoro, oggi, passa da questo canale (42%) – complice la diffusione della DAD e dello smart working, delizia e croce dei nostri tempi. E se questa dovesse diventare la nuova modalità di lavoro anche negli anni a venire? Più della metà dei partecipanti alla survey si dichiara contraria a lavorare da remoto per il 100% del tempo (61%), mentre il 39% ne accoglierebbe positivamente la possibilità.
Ma il vero protagonista di questa digitalizzazione è lo smartphone. Quante cose abbiamo imparato e potuto fare grazie a lui? E a quante invece siamo diventati allergici? Ciò che è certo è che tra isolamento e sprazzi di pseudo-normalità ci ha aiutato tanto, rivelandosi un alleato fedele nei momenti più tristi, ma anche in quelli più felici. Su questo è d’accordo il 93% del campione. Delle videochiamate però, adesso, non ne possiamo davvero più (69%), seppur non si possa negare che siano state una scoperta, per molti, irrinunciabile (31%).
Parlando invece dei corsi di fitness online, sono stati per il 32% dei rispondenti un valido aiuto per mantenersi in forma e combattere la sedentarietà. Il 68% attende però con ansia la riapertura delle palestre, momento di allenamento e socializzazione. Lo stare in casa ha incoraggiato anche i corsi online di perfezionamento o di formazione: il 25% afferma di aver iniziato lo studio di una nuova lingua o di aver potenziato una sua skill attraverso lezioni digitali.
Tirando le somme, sicuramente e nonostante tutto, si può riconoscere di aver imparato tanto e di aver cercato in ogni modo di provare a fare la propria piccola parte per ricostruire una nuova normalità e il futuro di un nuovo mondo. E per questo, grazie tecnologia!