Molte persone pensano che il sistema operativo dei loro Mac, macOS, sia il più sicuro al mondo. Questa credenza si basa su un mito: i Mac non prendono virus, di nessun tipo. Eppure non è così. Partiamo da una curiosità: state leggendo questo pezzo su un Mac? Avete qualche software antimalware sul computer? Un attimo, è vero, non ne avete bisogno, giusto? Perché macOS non prende virus, di nessun tipo.
Ora tenetevi forte: macOS non è più o meno immune agli attacchi di qualsiasi altro sistema operativo lì fuori e la recente ondata di attacchi diretti ad Apple vuol dire che è tempo, per chi usa una macchina con il logo della Mela, di diventare più responsabile, per sé e per gli altri.
Secondo il famoso sito AV-test, nel 2018 sono stati prodotti 81.990 codici malevoli per macOS. Un anno fa ci siamo fermati a poco più di 27 mila mentre il 2016 si è chiuso con meno di 7 mila. Un boom pazzesco, da non crederci, che spiega meglio di tante altre parole quanto la piattaforma abbia bisogno di sicurezza come, se non di più, di Windows.
Dicevamo dell’importanza della community e del vantaggio che il mio Mac, protetto, migliori la difesa degli altri. In che senso? L’immunità di tanti singoli computer rende più sicura la popolazione dalle infezioni: lavorare in un network privo di problematiche disegna un internet certamente più sicuro. E una delle chiavi per assicurare i Mac è essere certo che riceva gli ultimi aggiornamenti dal costruttore. Tuttavia, non è possibile fare affidamento esclusivo su Apple, un’azienda che ha impiegato tre mesi, nel 2012, per tappare la falla Java che ha permesso di sfruttare il Trojan Flashback, capace di colpire oltre 600 mila terminali al mondo.
Se la cybersec su macOS è figlia di tanti luoghi comuni, proprio su quei luoghi comuni si basano hacker e cracker per lanciare le loro minacce. I cattivi hanno visto la crescita della popolarità della tecnologia Apple e hanno capito che chi possiede un MacBook, tipicamente, non esegue alcun antivirus. Niente di meglio per violare una piattaforma che, in fin dei conti, si basa su Unix, un sistema bucato in mille modi, dai membri della sua stessa community in passato. Come risolvere la questione? Bastano poche mosse.
Navigare sul web con Chrome e Safari
Chrome permette di bloccare il tracciamento di più siti, limitare l’accesso ai servizi di localizzazione e fermare tutti i cookie. È possibile trovare le varie impostazioni nel pannello delle preferenze. Un generatore di password incorporato è in grado di suggerire chiavi complesse per i primi accessi agli account online e memorizzare quelle ricorrenti, sempre dietro un key generale. Oltre ad avere funzioni simili, Safari offre anche la protezione sandbox nei plug-in di Flash Player, Silverlight, QuickTime e Java. Ultimo ma non meno importante, i file scaricati usando il browser di Apple sono controllati da macOS per analizzare il loro eventuale contenuto malevolo.
Usare il portachiavi di iCloud
iCloud ha una comoda funzione di portachiavi di default che memorizza le password dietro quella generale di accesso al Mac. Portachiavi garantisce un ingresso istantaneo ai profili online, riempiendo automaticamente i dati anche dei sistemi di pagamento prima del checkout. Tutto questo dietro una crittografia AES a 256 bit. Per impostare il Portachiavi iCloud basta andare su Preferenze di Sistema -> iCloud -> selezionare Portachiavi e seguire le istruzioni da lì.
Usare un antivirus dedicato
Oggi tutti dovrebbero utilizzare soluzioni antimalware affidabili come best practice su macOS. Avira Free Antivirus per Mac offre protezione multi-livello, blocca adware, protegge i backup, gli acquisti online e ha un impatto trascurabile sulla velocità di sistema. Gli utenti Mac possono scaricare Avira Free Security Suite gratis dal sito web ufficiale.