Smartphone aziendale, buoni margini di crescita nell’utilizzo da parte delle micro aziende italiane

smartphone aziendale

Lo smartphone aziendale è uno strumento sempre più indispensabile nelle organizzazioni imprenditoriali italiane. Merito della possibilità di poter consultare email e documenti in qualsiasi momento, o magari rendere il proprio lavoro di team ancora più efficiente e integrato mediante l’uso di apposite app come CRM Sellf, i cui benefici potrebbero essere diffusi non solamente nelle aziende più ampie e complesse, quanto anche nelle piccole attività. A proposito: ma quanto è diffuso lo smartphone aziendale in Italia?

Stando a quanto suggerisce il report “I servizi di comunicazione nelle piccole e medie imprese: esperienze e prospettive”, recentemente pubblicato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, le imprese più grandi sono sicuramente un passo in avanti nel percorso di adozione di smartphone e tablet aziendali tra i propri dipendenti, ma anche le imprese più piccole – più lente a reagire all’evoluzione della tecnologia digitale – stanno recuperando il terreno perso, accompagnando così le proprie organizzazioni verso una nuova ottica digitale sul fronte dei servizi di comunicazione e di diffusione di dati e informazioni.

Per arrivare alle valutazioni di cui sopra, l’Agcom ha suddiviso la popolazione delle imprese in 3 segmenti di analisi (quelle sotto i 10 dipendenti, quelle tra i 10 e i 49 dipendenti e quelle tra 50 e 249), e ha effettuato delle rilevazioni statistiche dalle quali emerge, anzitutto, che nelle microimprese (cioè quelle con meno di 10 dipendenti) meno della metà dichiara di avere uno smartphone (43%) o un tablet (26%).

In tal senso, bene non pensare che questo gap rispetto alle imprese più strutturate sia esclusivamente riconducibile alle maggiori risorse di cui ovviamente possono disporre le aziende più grandi. Un’altra ragione che l’Agcom ha sollevato è legata alla più modesta diffusione della cultura digitale e, contemporaneamente, alla maggior fatica che le imprese di dimensioni ridotte hanno nel riconoscere prontamente le opportunità offerte dalla rete, con la conseguenza di un tardivo allineamento alle nuove tecnologie.

Sempre dal report Agcom emerge come i soggetti che sono riconducibili al mondo della microimprenditorialità sono poco attenti nel valutare congruamente le potenzialità che il mondo dei servizi web può apportare alla propria organizzazione.  Ben un quarto di essi attribuisce infatti una scarsa importanza ai servizi su Internet, contro il 10% delle piccole e medie aziende. Ulteriormente, il rallentamento della diffusione di smartphone aziendali e sistemi digitali nelle micro aziende sembra essere dovuto anche alla limitata diffusione di connessioni superveloci e dalla scarsa disponibilità a pagare un costo aggiuntivo per poter disporre di una connessione più veloce.

Infine, sebbene in calo, l’analisi evidenzia come le micro aziende siano ancora fortemente legate a tecnologie della precedente stagione mediale, come il telefono fisso e il computer fisso, e con le reti fisse che sono ancora significativamente preferite a quelle mobili.

Insomma, nonostante i passi in avanti compiuti dai microimprenditori, tanto rimane da fare per poter condurre le piccolissime aziende tricolori nel nuovo panorama digitale. Il 2018 sarà l’anno buono per ridurre ulteriormente questo gap?

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